Quando parliamo dei contratti di lavoro è importante comprenderne i confini normativi in ambito ministeriale, nonché coglierne le peculiarità per valutare l’impatto economico che avranno sulle risorse aziendali. Sono aspetti che non puoi trascurare. Il rischio è quello di assumere una risorsa non idonea alle tue necessità e di ritrovarti a sostenere costi che avresti potuto evitare.
In particolare, le differenze tra contratto a tempo determinato diretto e contratto in somministrazione a tempo determinato non sono ben chiare a tutti. Entrambi prevedono un termine finale e una durata prestabilita, quindi è facile cadere nell’equivoco di ritenere che siano la stessa cosa.
In realtà, sono diversi gli aspetti che contraddistinguono queste due forme contrattuali a termine. Comprenderli ti aiuterà a fare scelte più consapevoli e vantaggiose per la tua impresa.
Contratti di lavoro a tempo determinato e somministrazione: definizione e caratteristiche principali
Il contratto di lavoro a termine è una delle forme di lavoro più utilizzate all’interno delle realtà aziendali. Lo scopo di questa forma contrattuale, sottoposta a diverse modifiche dal “Decreto dignità” (D.L. n. 87/2018, convertito in legge n. 96/2018), dovrebbe essere quello di consentire alle imprese un tempo adeguato a valutare correttamente competenze e professionalità dei lavoratori. Sia nel caso in cui si tratti di soddisfare esigenze connesse a incrementi temporanei di lavoro che all’interno di un normale processo di inserimento in azienda.
Nonostante siano entrambi considerati contratti atipici, tra tempo determinato e somministrazione a termine esistono differenze importanti. Tra queste, la principale risiede nei soggetti coinvolti.
Mentre il contratto di lavoro a tempo determinato diretto è stipulato tra azienda e lavoratore, quello in somministrazione (ex contratto interinale) prevede il coinvolgimento di 3 soggetti:
- agenzia per il lavoro (somministratore);
- azienda (utilizzatore);
- lavoratore somministrato (presta la sua manodopera all’utilizzatore, ma è assunto e retribuito dal somministratore).
Prima di vedere quali siano i vantaggi di uno strumento contrattuale flessibile come il lavoro in somministrazione, vediamo nel dettaglio le principali caratteristiche di entrambi: contratto di lavoro a tempo determinato e somministrazione a termine.
Il contratto di lavoro a tempo determinato
Come anticipato, il contratto di lavoro a tempo determinato viene stipulato tra azienda e lavoratore, concordando per iscritto una data di inizio e di fine rapporto. La durata massima è di 12 mesi, con la possibilità di 4 proroghe, per un totale di 24 mesi, ma solo se sussistono le seguenti causali:
- esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività, ovvero esigenze sostitutive di altri lavoratori;
- esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell’attività ordinaria.
Nel caso di rinnovo del contratto di lavoro a tempo determinato diretto (Articolo 21, comma 2, del D.lgs. n. 81/2015) il lavoratore non può essere riassunto subito con la medesima tipologia contrattuale. È necessario lasciar intercorrere un intervallo temporale di “non lavoro” (Stop & Go):
- 10 giorni – se il precedente contratto era di massimo 6 mesi;
- 20 giorni – se il contratto precedente era superiore ai 6 mesi.
Fanno eccezione le attività stagionali e le start up innovative (per un periodo di quattro anni dalla costituzione della società). Quando l’intervallo di “non lavoro” non viene rispettato, oppure il numero di proroghe viene superato, il contratto si trasforma in tempo indeterminato.
Inoltre, ci sono dei limiti quantitativi che l’azienda deve rispettare. Ovvero, il numero dei rapporti di lavoro a termine non può eccedere il 20% di quelli a tempo indeterminato, in forza al 1° gennaio dell’anno di assunzione.
Il contratto di somministrazione di lavoro a tempo determinato
Nel contratto di somministrazione di lavoro a tempo determinato, l’assunzione del lavoratore avviene tramite l’intermediazione di un’agenzia per il lavoro (Somministratore) iscritta all’Albo informatico dell’Agenzia Nazionale. Dunque, si configurano 2 forme contrattuali:
- contratto di somministrazione, sottoscritto tra l’utilizzatore e il somministratore;
- contratto di lavoro, sottoscritto tra il somministratore e il lavoratore.
Quindi, l’azienda stipula un contratto di lavoro con l’agenzia, che si occuperà non solo di tutto il precesso di selezione e assunzione, ma anche degli aspetti amministrativi. Il rapporto di lavoro a tempo determinato è invece tra l’agenzia di somministrazione e il lavoratore, non tra quest’ultimo e l’azienda.
Le principali norme a cui è assoggettato il contratto di somministrazione a tempo determinato prevedono:
- presso il medesimo utilizzatore, la durata massima di un contratto in somministrazione è di 24 mesi complessivi, come nel caso del contratto di lavoro a tempo determinato diretto;
- sono possibili 6 proroghe (salvo in alcuni casi in cui si può arrivare anche a 8) per ogni singolo contratto, nell’arco legale dei 24 mesi;
- in caso di diversi utilizzatori, non è possibile superare la durata massima di 48 mesi tra l’agenzia e il lavoratore;
- date e durata della missione devono essere comunicate al prestatore e messe per iscritto da parte dell’agenzia, prima dell’atto dell’invio presso l’utilizzatore;
- qualora ci fosse una proroga, anche questa deve essere messa per iscritto, una volta avuto il consenso del lavoratore.
Tuttavia, a seguito dell’emergenza pandemica da Covid-19 è sorta la necessità di applicare delle misure straordinarie per tutelare lavoratori a termine e aziende. Se vuoi approfondire, leggi questo articolo: durata e proroghe nel contratto di somministrazione.
Infine, esistono dei limiti quantitativi anche in questo caso. I lavoratori somministrati a tempo determinato non devono superare il 30% dei lavoratori a tempo indeterminato in forza presso l’utilizzatore, al 1° gennaio dell’anno dell’assunzione.
I vantaggi nei contratti di lavoro in somministrazione a tempo determinato
Nonostante alcune analogie tra contratti di lavoro a tempo determinato e in somministrazione a termine, la sostanziale differenza risiede nel ruolo delle Agenzie per il Lavoro (ApL). Queste ultime evitano alle aziende di sostenere i costi e le criticità di un lungo processo di ricerca e selezione, garantendo il personale qualificato per il tempo necessario. Ma i vantaggi non finiscono qui:
- l’azienda non è responsabile diretta del buon andamento del rapporto, poiché il lavoratore dovrà assumerlo l’agenzia, con contratto di categoria utilizzato dall’impresa;
- l’agenzia si fa carico di tutti gli aspetti burocratici del neoassunto, come cedolini, stipendi, contributi sociali, Inail, TFR, ferie, ecc.;
- l’azienda può contare su un’agenzia che svolge la funzione di intermediario e le assicura l’inserimento di personale qualificato e formato;
- il limite quantitativo dei lavoratori somministrati in azienda può essere più alto rispetto a quello dei contratti a tempo determinato;
- in caso di proroga del contratto in somministrazione, non è necessario lo stop & go che rischia di interrompere il work flow aziendale, rallentando la produzione;
- in caso di maternità, infortunio o malattia del dipendente somministrato, non sarà l’azienda a farsi carico degli oneri;
- il contratto di lavoro in somministrazione prevede un periodo di prova, per valutare la risorsa inserita. Ciò non è possibile con il contratto di lavoro a tempo determinato;
- viene meno il diritto di precedenza in caso di assunzioni;
- le proroghe per ciascun contratto sono 6 e non 4, come invece previsto nel contratto a tempo determinato diretto.
Il contratto di lavoro in somministrazione a tempo determinato risulta essere la soluzione ideale per le aziende. Ti garantisce un supporto qualificato e la flessibilità di cui hai bisogno per rendere più dinamica la tua impresa.
Lasciati guidare nella scelta dei contratti di lavoro in somministrazione più vantaggiosi per la tua azienda
Orientarti nel mondo dei contratti di lavoro non è mai banale. Ma capire quale sia il più adatto a soddisfare le tue necessità è fondamentale. Come hai visto, esistono delle analogie tra contratti a tempo determinato diretto e contratto di somministrazione a termine, ma le differenze sono cruciali per godere di benefici importanti.
Il lavoro in somministrazione garantisce maggiore flessibilità, rende più snelli i processi e offre risposte mirate alle tue esigenze aziendali. Tuttavia, quando ti affidi alle agenzie del lavoro, devi avere la certezza che capiscano i tuoi bisogni e sappiano offrirti il profilo giusto alle migliori condizioni contrattuali.
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