Welfare aziendale: cos’è e quali sono i benefici per le aziende (anche in caso di somministrazione)

Welfare aziendale: cos’è e quali sono i benefici per le aziende (anche in caso di somministrazione)

Welfare aziendale significa servizi, benefit e compensi che un’impresa riconosce ai propri dipendenti, con lo scopo di migliorarne la vita privata e le prestazioni lavorative. Spesso snobbato, è invece un approccio molto importante, per accrescere il senso di appartenenza all’azienda e motivare i lavoratori.

I benefici nell’attuare un buon programma di welfare aziendale superano di molto quelli che potresti ottenere con un semplice aumento di stipendio. In particolare, con l’emergenza sanitaria, e lo smart working che è entrato a far parte della quotidianità di tutti noi, può rappresentare una vera svolta.

La flessibilità oggi è un aspetto centrale nella pianificazione strategica di tutte le aziende. I bisogni delle persone non sono più standardizzati e questo comporta la necessità di offrire soluzioni personalizzate, per soddisfare le esigenze specifiche di ogni individuo.

Ma c’è molto di più da scoprire, per trasformare il welfare aziendale in una leva di crescita per la tua azienda, anche nel caso di lavoratori assunti con contratto di somministrazione.

Forme di welfare aziendale e riferimenti normativi

Prima di comprendere perché sia importante e come funziona il welfare aziendale, è bene sapere quali sono i principali riferimenti normativi che lo regolamentano:

  • il testo unico delle imposte sui redditi (TUIR) – nello specifico gli articoli fondamentali sono il n.51, che definisce quali servizi di welfare non costituiscano reddito da lavoro dipendente, e il n.100, che regola il trattamento degli “oneri di utilità sociale”;
  • leggi di bilancio-stabilità (2016, 2017, 2018) che, invece, definiscono le modalità̀ di conversione dei premi di produttività̀ in welfare.

Welfare aziendale: principali tipologie

I servizi che rientrano nelle diverse forme di welfare aziendale sono raggruppabili nelle seguenti principali categorie:

  • equilibrio vita privata e professionale;
  • istruzione e tempo libero;
  • benessere e salute;
  • iniziative legate a forme di previdenza integrativa;
  • mobilità;
  • servizi di “mensa diffusa”.

Senza dubbio, con la pandemia tutto è cambiato, e il bisogno di conciliare vita personale e lavorativa si è accentuato molto, affermandosi di più rispetto al passato. Per le aziende diventa sempre più importante rispondere a tale esigenza e facilitare i propri dipendenti con diverse iniziative e benefit. Tra questi, ad esempio, ci sono l’orario flessibile o la possibilità di lavorare a distanza, ma anche congedi extra, servizi di baby-sitter, ecc.

Formazione, tempo libero e molto altro

Investire in formazione e valorizzare il tempo libero delle risorse umane è un aspetto cruciale del welfare aziendale. Le persone sono interessate a crescere da un punto di vista professionale e apprezzano moltissimo le opportunità di formazione garantite dall’azienda. Senza dimenticare che quest’ultima può quindi contare su personale più motivato e qualificato.

Anche le attività da svolgere nel tempo libero possono migliorare la produttività: cinema, teatro, sport, trekking e viaggi sono tutti esempi di forme d’intrattenimento che stimolano la creatività e il pensiero. Oltre a essere naturalmente importanti nella vita dei collaboratori, conciliando passioni individuali e momenti condivisi con la propria famiglia.

Quanto alla salute, le aziende tendono a prevedere sempre più copertura o rimborso di spese sanitarie, ma anche convenzioni con strutture private. Inoltre, si sta affermando la propensione a includere servizi di sostegno psicologico per dipendenti e familiari, oltre alla possibilità di offrire versamenti integrativi ai fondi di previdenza. Quest’ultimo è un aspetto sempre più sentito, poiché consente ai lavoratori di proiettarsi nel futuro con maggiore serenità.

Ma non solo, gli spostamenti da casa a lavoro possono essere costosi e lunghi. Facilitare i lavoratori con servizi di mobilità può essere una mossa molto gradita, che consente anche di supplire alle carenze dei trasporti pubblici. Ma c’è di più.

L’azienda può limitarsi a organizzare servizi di trasporto, ma può anche adottare un piano di welfare aziendale sostenibile. Ad esempio, incentivando la mobilità green con biglietti gratuiti per autobus e treni, biciclette aziendali o ricariche gratuite per le auto elettriche.

Tra le forme di welfare aziendale, i buoni pasto e la mensa interna sono esempi piuttosto noti. Tuttavia, è anche possibile stipulare convenzioni con locali specifici attraverso buoni pasto elettronici. In questo modo, è possibile soddisfare richieste e preferenze specifiche dei dipendenti.

Come funziona il Welfare aziendale?

Lo sviluppo di un piano di welfare aziendale prevede diverse modalità di implementazione. In pratica, i servizi possono essere collegati a:

  • Condizioni contrattuali – Il welfare di contratto è correlato a quanto previsto dal CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) applicato al contesto di riferimento. Quindi, contemplano servizi di welfare aziendale specifici e predeterminati, ma spesso anche più semplici, come buoni spesa o buoni carburante, per citare le tipologie più frequenti.
  • Premi di Risultato – Detto welfare di produttività, è un approccio che nasce da un accordo bilaterale di 2° livello, Territoriale o Aziendale. Introdotto dalla Legge di Stabilità del 2016, consente di convertire, in parte o nella sua totalità, il PdR in Credito Welfare. Dunque, è legato ai risultati dell’azienda, in termini di redditività, efficienza dei processi interni e qualità dei prodotti.
  • Regolamenti interni – In questo caso parliamo di welfare on Top, così definito perché è uno strumento che si aggiunge alla retribuzione. Anche in questo caso, il premio è legato a obiettivi aziendali ed è quindi una forma speciale di welfare di produttività. La differenza sostanziale risiede nel fatto che è sufficiente un regolamento aziendale unilaterale. Quindi, è possibile erogare i crediti welfare a determinate categorie omogenee di lavoratori, senza l’obbligo di adottare la stessa soluzione per tutti.

Queste sono le principali modalità per implementare un piano di welfare aziendale. In ogni caso, l’idea alla base è sempre un tentativo di sviluppare in azienda una welfare vision capace di creare quel cambiamento che consenta un maggior benessere dei lavoratori.

Vantaggi per le aziende

Lo abbiamo detto subito, le iniziative di welfare aziendale hanno l’obiettivo di migliorare la vita dei dipendenti e valorizzarne le prestazioni e il valore. Il beneficio più immediato risiede in un maggior livello di coinvolgimento e quindi nell’incremento della produttività.

Quando lavoratori e lavoratrici si sentono più soddisfatti e, soprattutto, percepiscono di essere considerati come un valore importante per l’azienda, sono senza dubbio maggiormente disposti a impegnarsi per raggiungere gli obiettivi aziendali.

Piani di welfare aziendale ben strutturati sono il modo migliore per favorire un clima sereno e collaborativo. Ma anche per attrarre nuovi talenti e trattenere il personale qualificato. In pratica, il welfare in azienda si traduce in:

  • aumento delle prestazioni e della produttività;
  • riduzione dell’assenteismo;
  • abbassamento del turnover;
  • miglioramento della reputazione aziendale.

Ma non è tutto. Ci sono vantaggi diretti sui costi per l’azienda. Infatti, la normativa prevede:

  • deducibilità fiscale ai fini IRES/IRAP;
  • risparmio contributivo sui costi del personale.

Dunque, se implementato nel modo corretto, il welfare aziendale può essere una leva strategica a disposizione delle aziende, consentendo una gestione più moderna, lungimirante e vantaggiosa delle risorse umane.

Vantaggi per i dipendenti

Prima di tutto i benefit del welfare aziendale presentano l’enorme vantaggio di essere detassati da un punto di vista fiscale e contributivo. Ciò vale sia per quelli on top alla retribuzione che per la parte variabile del reddito. Quindi, accrescono il potere d’acquisto.

Il vero segreto sta però nella più forte soddisfazione di lavoratori e lavoratrici. È fondamentale ricordare quanto sia importante valorizzare non solo gli aspetti economici, ma anche quelli personali dei propri collaboratori. Possibilità di formazione, attenzione all’equilibrio tra vita privata e lavorativa e rispetto per il tempo libero: sono tutti aspetti che fanno sentire le persone valorizzate. I vantaggi per il benessere del lavoratore sono quindi molteplici.

C’è però un fattore importante da sottolineare: un buon pacchetto di welfare aziendale è attento alle esigenze e preferenze specifiche del proprio staff. La scelta dei benefit deve basarsi sui bisogni dei dipendenti, oltre che su quelli dell’impresa. Quindi, ancora una volta si tratta di sfoderare un’ottima capacità di ascolto. Un’abilità che risulta strategica nello sviluppo dei team di lavoro ad alte prestazioni.

Welfare aziendale e lavoro in somministrazione

Le iniziative di welfare aziendale riguardano anche stagisti, nonché lavoratori e lavoratrici in somministrazione. In tal caso, salvo diversa disposizione tra le parti, l’onere spetta all’Agenzia in somministrazione, che dovrà essere adeguatamente informata.

Del resto, i contratti di lavoro in somministrazione sono un ottimo modo per garantire flessibilità e riduzione dei costi, senza tuttavia inficiare sulla produttività aziendale, né sul benessere e i diritti dei lavoratori. In pratica, tutelano questi ultimi e rispondono alle esigenze di dinamicità delle aziende, in virtù di un rapporto trilaterale che coinvolge: azienda, agenzia per il lavoro e lavoratore.

Scegliere l’agenzia del lavoro più idonea a rispondere alle esigenze operative ed economiche della tua azienda è quindi fondamentale. Ed è proprio qui che il broker in somministrazione può supportarti per rendere ancora più snello ed efficace il processo di recruiting, nonché per garantirti di optare sempre per la soluzione più vantaggiosa.

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